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Immagine del redattoreProf. Pier Francesco Geraci

Con il Tracking Online predici il tuo futuro

“If you don’t track enough you won’t learn enough.”

Uno degli errori più comuni che anche i manager fanno è non tracciare la sequenza di eventi legati ad una campagna di acquisizione di nuovi clienti o al funnel in generale. La verità è che non c'è niente di meglio del monitoraggio dei dati per far decollare le performance di un’azienda.

Per un tracciamento ottimale abbiamo bisogno del cosiddetto “pixel di tracking”, conosciuto anche come “codice di tracciamento” o “codice di monitoraggio”. Si tratta di una piccola porzione di codice che viene rilasciata da alcuni sistemi con lo scopo di essere implementato in altri per tracciare i dati relativi all’utente e alla sua sessione di navigazione o di apertura delle email.

La prima fase di implementazione è la più critica e importante: stabilito quali sono gli obiettivi da raggiungere, sarà più facile comprendere dove (pagina del sitoweb, landing page) inserire correttamente il pixel, ed evitare errori che possono compromettere la campagna di acquisizione.

Se l‘obiettivo è ottenere lead. Si può decidere se visualizzare il pixel di tracking una volta compilato il modulo dati, oppure, nel caso sia richiesto il double opt-in, nella pagina caricata al momento della conferma della mail.

In ogni caso è bene ricordare che i dati che il tracking restituisce, confrontati con quelli ad esempio del Data Base aziendale, non tornano mai alla perfezione. Le incongruenze che si creano non devono spaventare ma, per questo motivo, è necessario un tracciamento incrociato attraverso l’utilizzo di più strumenti per ottenere dei risultati il più attendibile possibile.

Senza questi pixel di tracking, pensiamo per esempio al codice di tracking di Google Analytics o a quelli di monitoraggio delle conversioni di Google Ads e di Facebook, chi gestisce una campagna online, veicolate tramite le piattaforme pubblicitarie come appunto Google Ads e Facebook Ads, non avrebbe la possibilità di ottimizzarne l’efficacia.

In sintesi, grazie a questi codici, aggiunti direttamente in pagina o tramite l’utilizzo di aggregatori come Google Tag Manager (lo strumento “contenitore” di Google per gestire tag e script di tracking), il digital marketer avrà un maggior controllo della performance della campagna: senza l’implementazione del relativo codice di tracking delle conversioni, Google Ads non sarebbe in grado di dirci quali delle nostre keyword sta “performando” meglio, quale dei nostri annunci sta portando più risultati, ma soprattutto con quali costi di acquisizione.


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